Tra i siti siciliani patrimonio dell'Unesco, uno dei più suggestivi ma, al tempo stesso, uno dei più difficili da raggiungere è la necropoli rupestre di Pantalica. Si tratta di un sito preistorico, risalente alla tarda età del bronzo (dal XIII all'VIII sec. a.C.) e caratterizzato dalla sua imponente necropoli: migliaia di tombe scavate nella pareti rocciose a strapiombo sulla sottostante Valle dell'Anapo. Oltre che per gli antichissimi resti archeologici, Pantalica vale una visita anche per la sua natura incontaminata. Tutta la zona rientra infatti nella riserva naturale Valle dell'Anapo e consente, agli amanti del trekking, lunghe camminate su diversi sentieri. Con il nome Pantalica, si indica infatti il solo altipiano che sovrasta le cave naturali formate dai fiumi Anapo e dai torrenti Bottigliera e Calcinara. Questi corsi d'acqua hanno scavato, nel corso dei secoli, la tenera roccia calcarea, formando degli alti canyon dal magnifico panorama e creando, al contempo, una formidabile roccaforte naturale.
Ci sono due accessi a Pantalica: dal piccolo comune montano di Ferla e da Sortino. Per quanti possono dedicare solo poche ore alla visita del sito, consigliamo l'accesso da Ferla, che conduce nelle dirette vicinanze di alcuni tra i più famosi resti archeologici. Il sentiero che parte da Sortino è molto bello e suggestivo ma richiede una camminata piuttosto lunga per raggiungere il fondo valle e risalire dal lato opposto e per poter vedere monumenti come l'anaktoron, il cosidetto "palazzo del principe".
Tenete in conto che la strada che conduce a Pantalica è molto suggestiva e panoramica ma al contempo ricca di curve e deve essere percorsa con cautela richiedendo pertanto lunghi tempi di percorrenza (circa 1 ora di viaggio da Siracusa). Pur essendo un sito patrimonio Unesco, al momento, Pantalica non è ancora attrezzata al meglio per l'accoglienza dei visitatori. Per cartoline o per bere o mangiare qualcosa, sarà pertanto opportuno appoggiarsi ai paesi di Ferla e Sortino (o a uno degli ottimi agriturismi che vi sono nella zona).
Poco prima dell'arrivo al sito è invece stato istituito un centro visitatori dove è possibile prendere opuscoli e cartine e dove si può usufruire dei servizi igienici. Cosa si può vedere a Pantalica? Inanzitutto le famose necropoli rupestri. Le tombe preistoriche sono scavate su tutti i lati dell'altipiano. Alcune in posizione a strapiombo, dando quasi l'impressione di un alverare. Altre possono essere raggiunte a piedi per osservare meglio il loro aspetto. Assomigliano a dei piccoli forni o delle grotticelle artificiali di una o più stanze. Sul posto non sono più visibili i numerosi reperti trovati durante gli scavi archeologici. Ceramica, oggetti di bronzo e di osso possono invece essere ammirati con una visita al settore A del museo archeologico "Paolo Orsi" di Siracusa. Al centro dell'altipiano sono visibili anche le fondamenta di quello che viene chiamato l'anaktoron, probabilmente un edificio del signore del luogo o un edificio sacro. Sebbene siano rimaste soltanto le pietre della base, queste sono dei megaliti ed è impressionante pensare allo sforzo effettuato per la costruzione da parte degli antichi siculi. Lo stile ricorda un pò quello delle costruzioni micenee in Grecia.
Lungo i sentieri di Pantalica incontrerete anche resti di epoca medievale, ad esempio delle piccole chiese rupestri di epoca bizantina. Le più famose sono quelle di San Micidiario, del Crocifisso e di San Nicolicchio in cui si vedono ancora tracce di affreschi sulle pareti. Oltre ai resti archeologici, come detto, il panorama è profondamente suggestivo, specialmente in primavera, il mese più consigliato per la visita, sia per le temperature che per i mille colori di cui si riempiono le campagne siciliane. Sconsigliamo invece del tutto l'estate, se non poco prima del tramonto, a causa delle temperature eccessive. Sull'altipiano non vi sono infatti molte zone di ombra.